Un’umile pianta per dire la forza della pace

Solo la fase lunare e la Pasqua, mai così alta in passato, è riuscita a farci posticipare a metà maggio il tradizionale appuntamento con la settimana della montagna, che si concludeva tradizionalmente il 25 aprile.

Il legame tra il gruppo Sella e la comunità si rinnova ormai da 35 anni con un appuntamento di rilievo che vuole evidenziare il rispetto e la cura dell’ambiente assieme ad alcuni precisi momenti di impegno per i “ragazzi” del Sella e per molti amici della comunità stessa.

Questo importante traguardo lo vogliamo celebrare con un’iniziativa semplice ma sicuramente significativa e, a mio avviso, di straordinaria bellezza; un piccolo gesto come il piantare un alberello, una pianta umile e dai frutti ormai poco apprezzati, spesso non più raccolti e lasciati sui rami in pasto agli uccelli.

Un figlio della pianta di kaki, colpito dalle radiazioni della bomba atomica sganciata il 9 agosto 1945 su Nagasaki, è miracolosamente sopravvissuto, simbolo della vita e albero della pace.

Un significato grande che vuol essere di speranza per il futuro dell’umanità tutta, specie in queste settimane sul dramma catastrofico che vive il popolo giapponese: il loro coraggio, la loro dignità e compostezza di rigore è da lezione per tutti.

Sembra che l’uomo non voglia bene alla Terra, il rispetto è divenuta una parola da calpestare, da violentare per trarne solo profitto e inquinamento, a breve e lungo termine, è il caso di dirlo: dove andremo a finire? La parola “bellezza” è allontanata da noi, e siamo fortunati ad abitare qui (ma chi ci sente?).

Noi del Sella vogliamo essere portatori della semplicità che l’albero della pace trasmette. Il 17 maggio, alle ore 10:00, cerimonia di piantumazione con la presenza attiva delle scolaresche, delle autorità e degli artisti locali presso la statua di Padre Massimiliano Kolbe, vissuto tra l’altro anche in Giappone, a Nagasaki, prima di finire nel campo di sterminio di Auschwitz e di morire come martire nel bunker della fame al posto di un altro prigioniero.

Cosa assai gradita e quasi incredibile sarà la presenza durante la cerimonia di una delegazione giapponese, che porterà la propria testimonianza di quanto accaduto alla fine della Seconda Guerra Mondiale e di come oggi si vive a Nagasaki.

Le piante di kaki che crescono rigogliose e disseminate per il mondo, sono diventate il segno della rinascita del tempo! Raccontano anche quanto sia meravigliosa la pace, quanto sia preziosa la vita, quanto più grande sia la dignità dell’uomo quando si dedica alla solidarietà, piuttosto che alla distruzione con la guerra. Questo nuovo alberello andrà ad arricchire un’aiuola dove già vi sono ulivi, cipressi e un albero di ginko biloba, riconosciuto come l’albero più antico del mondo (e per questo pianta sacra per il popolo giapponese, messa a dimora dal gruppo Sella nel 1996).

Abbiamo costruito a terra una sorta di colomba, una figura stilizzata con cemento e pietre per richiamare simbolicamente la pace. Non è un’opera d’arte ma un gesto genuino, dove la semplicità intende rappresentare un chiaro messaggio di riconciliazione.

Come gruppo e come amici del quartiere, facciamo tutto questo soprattutto per i bambini e i giovani. In loro riponiamo la nostra speranza e tutta la nostra fiducia, nella consapevolezza che seminare valori li aiuterà a impegnarsi per rendere il mondo più bello e più umano.

E sul nostro albero di kaki (nome quasi buffo e simpatico) deponiamo anche una piccola preghiera che possa volteggiare fino al Cielo in memoria di quanti hanno patito ingiustizia e hanno lottato per la pace.

Lino Molinari

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