Novità sul monte di Caionvico

Negli ultimi mesi il Monte Mascheda è stato interessato da vari interventi finalizzati ad aumentare la sicurezza dei tanti escursionisti come delle abitazioni sottostanti. Non ultima e certo rilevante è stata la posa della recinzione metallica installata a metà del sentiero della Ruta, a protezione dalla caduta di massi che si potrebbero staccare dalle rocce.

CAMMINANDO TRA I SENTIERI

A febbraio ho accompagnato sul “Monte” due addetti del Parco delle Colline, per aiutarli a posizionare una ventina di cartelli segnaletici al di sopra della cava, dismessa ormai da anni, della fabbrica di calce di S. Eufemia. Da tempo il gruppo Sella aveva segnalato ai responsabili del Parco delle Colline la pericolosità per tutti coloro che percorrono il “Sentiero della Ruta”, dal momento che i margini della voragine (Cava della calcina), creatasi dall’asporto della roccia, non sono mai stati né protetti né segnalati. Con questo intervento il pericolo è stato evidenziato, e anche se i cartelli non sono belli come i preziosi fiori che occhieggiano fra le rocce e i radi cespugli, impediscono però che, inavvertitamente, ci si avvicini troppo al bordo della cava che dall’alto non è per niente visibile.

All’inizio ho detto che sono stato sul “Monte” e ho usato questo termine, a prima vista usuale e anonimo, perché, per me, esprime invece la familiarità e l’attaccamento che sento per questa parte di Maddalena, ripida, rocciosa, a tratti rude, ma che offre notevoli tesori a chi li voglia scoprire: rari e stupendi fiori, rocce cesellate dal tempo, anfratti, grotte. Percorrendo alcuni sentieri lo sguardo spazia dalle colline del Garda agli Appennini e, osservando dall’alto le persone che vanno e vengono, lo scorrere del traffico, ascoltando i rumori che, ovattati, salgono dalla pianura, ammirando il lento circolare volo delle poiane, ci si sente spesso avvolti da un profondo senso di serenità e di pace. Questo è capitato anche a uno degli operatori che ho accompagnato. Costui ad un certo punto ha esclamato: «Che bello! Come si sta bene qui…».

Il nostro “Monte” è però anche fragile. Da sempre, si sa, le montagne si fessurano, si rompono e cadono a valle, specialmente quelle calcaree. Tutti ricordiamo quanto è purtroppo accaduto, alcuni anni fa, quando un grosso masso, rotolando dal ripido pendio, ha demolito il muro di una sottostante casa. Anche a causa di questo increscioso evento è stato avviato, di recente, il monitoraggio del versante caionvichese della Maddalena. Nella roccia sono stati inseriti e dipinti numerosi chiodi, che sono poi serviti da riferimento al drone che ha eseguito la mappatura della zona sottoposta al controllo. I chiodi, come prima evidenziato per i cartelli, non sono sicuramente belli da vedere, ma sono utili per aumentare la nostra sicurezza.

Per posizionare i chiodi abbiamo percorso anche il nuovo sentiero che, alzandosi gradualmente al di sopra di una spessa fascia di piante e arbusti, porta dalla Casina Sella alla Croce, offrendo una bella panoramica di tutto l’abitato di Caionvico. Poco prima di arrivare alla Croce una breve scaletta e un ponticello, realizzati un po’ artigianalmente con assicelle di legno, permettono di superare la zona rocciosa che ospita anche il “sentiero Marina”. Poiché sto parlando di sicurezza sarà opportuno nel prossimo futuro fare in modo che tali manufatti siano più stabili e individuare un percorso alternativo, così da rendere più agevole la percorrenza di questo sentiero, la cui realizzazione ha permesso la chiusura di un anello, che, partendo dalla Cappella del Viandante, passa sotto la palestra di roccia, tocca la Tampa, la Croce, la Casina Sella e ritorna alla Cappella. E proprio per rendere più sicuro e tranquillo questo Percorso, lo scorso anno è stata effettuata una variante all’ultimo ripido tratto che porta alla Tampa, realizzando alcuni tornanti che ne addolciscono la pendenza. A metà febbraio 2018, mentre appunto salivo questi tornanti per arrivare alla Tampa, riflettevo sull’importanza che questa spettacolare grotta ha da sempre avuto per i caionvichesi. Le grotte, si sa, hanno ricoperto in passato un ruolo essenziale nella vita degli uomini, sia materialmente, offrendo riparo e sicurezza, che spiritualmente, suscitando un indubbio alone di mistero e magia che le avvolge, profondi sentimenti mistici e religiosi.

Anch’io, seppur condizionato da un mondo profondamente materialistico, quando mi inoltro nella grotta Tampa rimango incantato e, scrutando nella semioscurità gli anfratti più profondi, provo un vago senso di timore e rispetto… il mio pensiero va alle bellezze che la natura ci offre e ai misteri del vivere umano. Sono certo che questi sentimenti li provano sia la nostra “vecchia” che “giovane” comunità, dal momento che veniva fin quassù a celebrare la messa e a far festa, come lo dimostrano sia la formella della Madonna, che il tavolo consunto e le panche sistemate all’ingresso dell’ampia grotta ad uso dei viandanti. Come non ricordare l’emozionante e coinvolgente concerto di violoncelli di alcuni anni fa; eravamo immersi nell’oscurità… con il riflesso delle luci soffuse sulla roccia… avvolti e ammaliati dalla melodia: che piacevole momento. Con questi pensieri ero arrivato alla meta della grotta Tampa e stavo rendendo omaggio alla Madonnina, alzando lo sguardo però sono rimasto molto contrariato; a fianco e sopra la formella erano stati fissati nella roccia alcuni chiodi da arrampicata, questo per esercitarsi al superamento del piccolo “tetto” che sovrasta l’ingresso della grotta. Non ho nulla in contrario nei confronti dei rocciatori, anch’io da giovane ho scalato, ma credo che la Tampa, per la sua intrinseca bellezza, per ciò che ha sempre rappresentato verso la comunità, vada rispettata e non riempita di chiodi. Il nostro “Monte” ospita già numerose belle vie di arrampicata e penso non sia necessario aprire nuovi fronti di scalata.

Da quanto esposto si può vedere come, negli ultimi mesi, si siano susseguite varie novità sul Monte di Caionvico, non ultima la posa della recinzione metallica installata a metà del sentiero della Ruta, a protezione dalla caduta di massi che si potrebbero staccare dalle rocce; novità tese a rendere più sicure sia la frequentazione che la fruizione di questo prezioso bene che Caionvico possiede, con la speranza che siano di stimolo all’assunzione, da parte di tutti, di comportamenti coerenti con la sua salvaguardia e la sua valorizzazione.

Luigi Bulgaro

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