Con la speranza del seminatore

INTERVISTA AL PRESIDENTE LINO MOLINARI

In queste pagine il presidente del Gruppo Sella traccia un bilancio di 40 anni di attività svolta soprattutto all’interno del quartiere, a partire dalla salvaguardia dell’ambiente fino a una maggiore attenzione per iniziative di carattere solidale.


Lino, cosa ti ha spinto a fondare il Gruppo Ecologico Antincendio Sella?

Da sempre ho coltivato e condiviso con alcuni amici l’attenzione per l’ambiente, l’amore per la natura che per noi si concretizzava nel prendersi cura ed essere attente sentinelle del nostro monte Mascheda.

L’idea di fondo era quella di garantire la protezione e la valorizzazione dell’ambiente, prevenire e spegnere gli incendi che, in quegli anni, nel tardo inverno e inizio primavera rappresentavano un fenomeno frequente.

Inoltre, in seguito all’industrializzazione, si stava verificando il progressivo abbandono da parte dei nostri esperti contadini delle tradizionali attività di coltivazione dei vitigni, degli ulivi, dei mandorli, ciliegie e ortaggi come il cavolfiore e i piselli, pulizia e taglio del bosco, consolidamento del suolo che garantivano il presidio dei luoghi e la biodiversità. La collina rischiava di rimanere abbandonata a sé stessa.

Pertanto la nostra vicenda si fonda dolcemente nella passione per la natura e per la vita.

La protezione del nostro monte costituiva, allora come adesso, un punto di partenza importante, forse il più grande che avessimo osato pensare.

Qualcosa da tramandare alle generazioni future, mettendo in movimento idee per coinvolgere tutte le persone del paese.

C’era in noi una nascente sensibilità ambientale, in tempi in cui il volontariato in questo settore era quasi inesistente e la parola “ecologia” sembrava il nome di un virus.

Come ha avuto inizio questa storia?

Eravamo una ventina, dapprima ci trovavamo al bar “Combattenti”, poi l’amico Battista Bicelli, con generosità, ci ha messo a disposizione la vecchia barberia del suocero Rossetti, uno degli storici barbieri del paese, che da poco aveva cessato l’attività.

Abbiamo avuto così la nostra prima sede. Era una sola stanza di venti metri quadrati, ma era il cuore del nostro stare insieme.

Ci siamo dati da subito uno statuto e ci si incontrava ogni giovedì per programmare le attività. Qui erano depositate le nostre prime attrezzature (pale battifuoco, roncole, badili, picconi, pile, borracce, due radio ricetrasmittenti, ecc.).

Per alcuni anni siamo stati in questa sede, poi ci siamo spostati nel vecchio “asilo” di via Rodone – ora sede del bar dell’oratorio – allora gestito dalle Suore delle Poverelle, che era rimasto libero, causa il trasferimento nella nuova sede attuale costruita dal Comune in via S. Orsola (1980). Dal 1994 siamo nella sede definitiva all’interno dell’Oratorio.

Perché il nome Sella?
Se dal paese alzate lo sguardo, a destra della croce turchina, appena al di sopra della grotta Tampa vedete un avvallamento del crinale, quella è la Sella, così chiamata a memoria d’uomo. L’abbiamo preso come nome riconoscibile e condiviso del nostro gruppo.

Come accolse la popolazione di Caionvico la vostra nascita e quello che facevate?
All’inizio ci guardavano un po’ stupiti, per la prima volta, abbandonando una tradizione antica, qualcuno del paese guardava al nostro monte con occhi nuovi, non solo più per lavorare le vigne, per tagliare la legna, insomma per «produrre qualcosa», ma come un patrimonio da valorizzare, tutelare, salvaguardare e abbellire.

In questi anni quali sono state le principali attività e realizzazioni?
L’attività del gruppo Sella ha spaziato in vari ambiti, sempre legati alla tutela dell’ambiente montano e urbano. Abbiamo promosso incontri di formazione e divulgazione, che hanno abituato a considerare la questione ambientale tutt’altro che marginale e, col tempo, hanno maturato la coscienza collettiva al rispetto e alla valorizzazione della natura.

A questo riguardo abbiamo portato avanti una intensa attività di ripopolamento del manto boschivo e pulizia del sottobosco e dei sentieri. Dal 2003 la nostra attività è stata coordinata e condivisa con la direzione del costituito Parco delle Colline, in cui il nostro monte è inserito.

Tra le “cose fatte” possiamo citare:

  • La Croce Turchina posta sul sito dal nome suggestivo “el sochèt”, nome che evoca l’immagine di una donna seduta che guarda e sorveglia il paese, per questo è stato scelto come simbolo del gruppo (1980).
  • La Casina Sella (1988) nata su vecchi ruderi di un capanno di caccia. Oggi struttura con la sua bella balconata in legno e vista panoramica da godere sul posto. L’edificio è in pietra e perfettamente inserito nel profilo della collina. L’interno è accogliente per chi vuole sostare ed è senza porte, aperto al pubblico, ai viandanti e/o per soste in occasioni di festa, anche se a volte – si deve dire – non viene adeguatamente rispettato, si danneggiano i materiali e si abbandona immondizia, senza il necessario rispetto per chi lo frequenta e per il luogo stesso.

Grande impegno abbiamo profuso anche per la sistemazione dell’attuale sede, all’interno dell’oratorio, negli spazi concessi da don Gianfranco Prati, al quale siamo ancora oggi riconoscenti, preoccupato di trovarci una sede tutta nostra a seguito del trasferimento resosi necessario per la ristrutturazione e realizzazione del Circolo Acli (1994).

Poi la tettoia all’interno dell’oratorio, indispensabile per tutte le feste, anche per altri gruppi e per il Grest. Per la nuova chiesa (1995) dedicata a San Massimiliano Kolbe, il gruppo ha donato l’altare, si è inoltre occupato della sistemazione del verde con l’acquisto e la piantumazione di alcuni alberi e l’impianto di irrigazione, dimostrando così anche una forte attenzione e partecipazione alla vita della parrocchia, dell’oratorio e della comunità.

Il 17 maggio 2011 non è stato un giorno qualunque per il nostro quartiere: alla presenza di una delegazione giapponese e di tutte le scolaresche, è stata messa a dimora, accanto alla statua di Padre Kolbe, una colomba della pace e un albero di cachi, “figlio” di una pianta sopravvissuta alla bomba atomica di Nagasaki.

Altra cosa. Quattro anni fa, dopo un lungo confronto con la proprietà e il Parco delle Colline, con l’aiuto di alcuni rocciatori, abbiamo realizzato la variante del sentiero numero 15, che portava ai “Pianetti”. Questa deviazione è stata resa necessaria dopo che, il proprietario della cascina avanzava la richiesta di avere la sua privacy, precludendo così il passaggio sulla sua proprietà e interrompendo una consuetudine di passaggio a piedi ormai radicata nel tempo.

Il nuovo sentiero è impegnativo ma alquanto suggestivo, fiancheggia la diaclasi di “Casa Coccoli”, una grande spaccatura che attraversa gli strati rocciosi in direzione diversa da quella dei piani di stratificazione.

Da anni, inoltre, collaborando con le maestre delle scuole elementari, si lavora per educare i nostri bambini alla scoperta e al rispetto del territorio, attraverso escursioni, che hanno rappresentato l’approccio più genuino, immediato e divertente per la conoscenza del monte di casa: la Casina Sella, la falesia, “el bùs de la spolverina”, la grotta Tampa…

I bambini vivono immersi nella natura, alternando momenti di gioco a momenti di osservazione di innumerevoli forme di vita.

È meraviglioso vederli felici per una semplice passeggiata, curiosi e attenti, entusiasti di una piccola scoperta.

Infine è da ricordare il lavoro alla grotta della Tampa, uno dei luoghi più affascinanti del nostro monte: con i suoi grossi pilastri naturali che la sorreggono e le vistose concrezioni di alabastro, è un esempio di carsismo. Luogo di preghiera e nascondiglio in tempo di guerra.

All’ingresso un’immagine della Madonna, ormai consunta e con la cornice rotta, accoglieva i visitatori. Il Sella ha provveduto a sostituire il tutto con una nuova icona di Maria, posta su una spessa cornice di marmo intarsiata.

In occasione della cerimonia di benedizione, all’interno della grotta si è tenuto un suggestivo concerto con l’Ensamble Silenus diretto da Claudio Marini.

Qual è il bilancio finale di questo lungo periodo di attività?

Come in tutte le famiglie ci sono stati alti e bassi. Momenti di grande entusiasmo e momenti di stanchezza. L’amicizia, che ha sempre ispirato la nostra azione, è stata la chiave per risolvere ogni problema, rimanere uniti e andare avanti.

Il cammino è stato certamente più lungo di quanto ottimisticamente avessimo potuto immaginare. Più impegnativo, più articolato, più arricchente, più appagante. In questi ultimi tempi è aumentato l’aspetto della solidarietà. Questa è una componente importante che ha impedito di chiuderci nel nostro orticello, allargando i nostri orizzonti e aiutandoci a capire la bellezza del dare e del condividere, che salva dall’aridità e dall’indifferenza.

Ringrazio i parroci che si sono succeduti in questi anni per averci sempre offerto un’affettuosa accoglienza negli ambienti dell’oratorio, offrendoci così la possibilità d’incontrare i vecchi e i nuovi abitanti del quartiere. Questo è avvenuto soprattutto con la Festa della Montagna, un grande momento di aggregazione, condivisione, partecipazione, divertimento e pace.

Sento anche il dovere non rituale di ringraziare tutti coloro che si sono spesi, anche se per un breve periodo o per una sola iniziativa. Il Gruppo Sella esiste anche grazie a loro e agli amici che “ci hanno preceduto”, ai quali va il nostro ricordo affettuoso e la nostra riconoscenza.

Quali iniziative avete in cantiere per coinvolgere la comunità nel futuro?

Se la proposta fatta alcuni anni fa ai nostri viticoltori, di cooperare per ottenere dai “nostri vigneti” un vino di qualità… è stata un fiasco, pare invece più promettente il progetto di ottenere un “nostro olio”. Si vedrà!

Verrà riproposta l’iniziativa denominata “Pedibus”, per invogliare i bambini e i genitori a raggiungere la scuola a piedi, attraverso il parco Vento del Mascheda.

Si sta inoltre lavorando per costituire la commissione Caritas e vedrei di buon auspicio la nascita di un gruppo GAS – Gruppo Acquisto Solidale – per favorire un consumo critico, più rispettoso dell’ambiente e dell’uomo.

Quarant’anni di associazione, di relazioni, di fare, sono una cifra importante, un arricchimento significativo. Noi teniamo la porta sempre aperta a chiunque voglia portare idee nuove e fresche, nella consapevolezza che il nostro impegno non debba finire.

Continueremo a promuovere valori, a viverli, a condividerli. Con la speranza del seminatore della parabola evangelica, siamo certi che qualche seme è caduto sul terreno buono!

A cura di Gianfranco Faini

 

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